Quando il lavoro diventa difficile da sostenere
Interagire, adattarsi, sostenere idee e valutazioni esterne di ogni genere, potremmo soffermarci a vedere il mondo, attraverso un altra prospettiva. Dove niente e nessuno può imporci il suo punto di vista. La definisco libertà di potersi sentire liberi di avvertire ogni sensazione senza giudicarla. Immaginiamo non dove siamo ma dove vorremmo essere, e forse questo il punto di vista, aspettarsi qualcosa di nuovo ogni giorno. Attraendo a noi il bello, attraverso le cose, le piccole cose.
Questa è la storia che ha raccontato a noi Sara, una donna single di 37 anni, una Manager di hotel, che si è ritrovata a vivere una sorta di vita scendendo a compromessi ed accettando punti di vista del tutto fuori ogni etica, ma che per la struttura per cui si trovava a lavorare erano scorretti, cambiare l’idea e l’opinione di ogni persona che si trova a fare qualcosa di sbagliato, la riduceva ad un livello di stress abbastanza intenso, che non riusciva a gestire, una donna di forti ambizioni di idee e spirito di incoraggiamento verso gli altri.
E dura quando oltre la bravura nel proprio lavoro debba confrontarsi con il timore di sentirsi sempre davanti ad un confronto di idee spesso equivocabili per chi non vuol sentire, a dire il vero è tutta una questione di idee poco luminari, ma che possono adattarsi ad una nuova realtà che per un professionista che ne sa e conosce la materia vale a dire portare un’azienda al cambiamento volto ad un miglioramento sia di profitti che di crescita professionale.
E dunque questa la strada e la via verso il cambiamento dice la nostra Sara, incaponirsi ma per cosa? Un pugno di mosche volte a prendersi a schiaffi da sole.
Ecco che dopo lo stremo delle discussioni inutili, si sta nell’attesa che qualcuno ceda si fidi dell’altro e lasci la capacità di agire ad altri che sanno quello che fanno.
Lavorare con ostentazione alle nuove idee, senza pensare a cosa ed a quanto dovrò discuterne con la proprietà per portarlo a termine, dice Sara “a volte è davvero dura”.
Chi delega dovrebbe farlo con sicurezza di non ostacolarne l’andamento altrimenti meglio non delegare e che sia Sara o un altro professionista esperto, credo che l’obbligo per iscritto di chi firma un contratto sia, sottolineare che ne lascia la gestione esclusiva del ruolo senza obbiettare fino a completo raggiungimento del progetto di lavoro condotto al termine.
Mi sembra il minimo sindacale, in altro modo sottoscritto in fiducia.