La Motivazione
Per esempio le persone che trovano il proprio lavoro stimolante e sono capaci delle migliori prestazioni. La chiave di questo stimolo non sta tanto nel compito in se stesso, quanto piuttosto nello speciale stato della mente che egli si crea mentre lavora, e cioè il Flusso; che spinge le persone a svolgere il proprio lavoro al meglio, non importa quale esso sia. Il flusso affiora quando le nostre capacità sono impegnate a pieno da un progetto di lavoro che ci coinvolge in modo nuovo e stimolante. Le Sfide invece ci assorbono a tal punto che ci perdiamo nel nostro lavoro, sprofondando in una concentrazione coì totale da sentirci fuori tempo. Quando siamo in flusso positivo, è un piacere di per sé e sembriamo gestire ogni cosa senza sforzo, adattandoci prontamente ad esigenze di cambiamenti della situazione. Il flusso che abbiamo è il fattore motivante per eccellenza. Le attività che amiamo ci attirano perché, mentre ci dedichiamo a qualcosa entriamo in questo stato particolare. Persone diverse traggono piacere da cose diverse, prendiamo ad esempio un chirurgo che si lascia assorbire con gran soddisfazione da un’operazione complessa, o un arredatore si delizierà nel gioco creativo di arredi e colori; o un Manager si farà invogliare da un progetto di start up suo cavallo di battaglia. Quando lavoriamo in un stato in cui il flusso è la motivazione sostanziale, il lavoro è un piacere di per se.
Questi flussi motivazionali scatenano una radicale alternativa ad idee ampiamente diffuse su fattori che motivano chi lavora. Comunque gli incentivi contano molto, rappresentano degli stimoli alla prestazione o comunque un livello per monitorare il livello del nostro rendimento. Promozioni e bonus hanno un certo valore, così come la retribuzione base.
Ma i fattori motivanti più potenti…?
Alcune persone tennero un diario nel quale descrissero come si sentivano mentre eseguivano una serie di compiti nell’arco della giornata. Venne fuori che si sentivano meglio quando facevano il lavoro che prediligevano confronto a quello a cui si dedicavano solo perché ne avrebbero ricavato una ricompensa. Quando facevano qualcosa per il solo piacere di farla, il loro stato d’animo era ottimista ed al tempo stesso felice e interessato. Quando facevano qualcosa solo per la paga erano invece annoiati, privi di interesse, anche leggermente irritati, si è infelici se i compiti sono stressanti e faticosi. Ci si sente meglio a fare quello per cui si ha una vera passione, anche se altre attività sono più remunerative.
Quando tutto è finito e il lavoro è stato portato a termine, quali sono le fonti di soddisfazioni? Questa domanda fu posta a un gruppo di più di 700 uomini di età fra i 60 ed i 70 anni, la maggior parte dei quali, professionisti e alti dirigenti, si stava avvicinando alla fine di una carriera di successo. La cosa più gratificante era la sfida creativa e lo stimolo rappresentato dal lavoro in sé, insieme alla possibilità di continuare a imparare. Altre fonti di gratificazione erano l’orgoglio nel portare a termine, le cose, le amicizie sul lavoro, l’opportunità di aiutare gli altri o di insegnare loro qualcosa. Indietro nella lista delle gratificazioni, vi è lo status, e più indietro ancora la ricompensa economica.
Quando si tratta di ottenere prestazioni ottimali in assoluto, i tradizionali incentivi esterni sono inutili; per raggiungere il massimo le persone devono amare quello che fanno e devono trarne piacere nel farlo.
Motivazione ed emozione hanno insieme la stessa radice, MUOVERE.
Le emozioni sono ciò che ci spinge a perseguire i nostri obiettivi; alimentano le motivazioni, che a loro volta guidano la percezione e danno forma alle azioni. Grandi opere corrispondono a grandi emozioni.